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Autore: Anonimo parmense della seconda metà del XVIII secolo ( - )

Ritratto della duchessa Maria Amalia d’Asburgo

Tipo

Dipinti e Acquerelli

Inventario

2903

Tecnica

olio su carta incollata su tela

Descrizione

Il dipinto raffigura la duchessa asburgica Maria Amalia (Vienna 1746-Praga 1806), moglie di don Ferdinando di Borbone dal 1769.

Misure

S.C.: cm 47,5 x 38,5
C.C.: cm 61,5 x 52,8 x 3

Stato Conservazione

Il dipinto e la relativa cornice sono stati restaurati contestualmente alla donazione (2021). Il dipinto su carta, fortemente compromesso sia nel tessuto cromatico che nel supporto, è stato asportato meccanicamente dalla tela di rifodero costituita da tre porzioni cucite in senso diagonale; dopo il consolidamento degli strati pittorici e l’appianamento delle viziature, si è proceduto alla rintelatura e alla pulitura del film pittorico, con stuccatura delle lacune, reintegrazione pittorica e verniciatura finale.
La cornice, dopo il trattamento antitarlo, è stata risanata nel supporto, consolidando e stuccando le lacune e ricostruendo i decori mancanti, con successive riprese in foglia d’oro e reintegrazione pittorica.

Osservazioni

In cornice lignea coeva in stucco dorato con decori in pastiglia, gemella di quella del ritratto pervenuto con la stessa donazione e rappresentante lo sposo di Maria Amalia, il duca don Ferdinando di Borbone (inv. 2902).
Nessun elemento iconografico vuole sottolineare il ruolo di regnante della donna, abbigliata con un abito privo di riferimenti. Unica concessione risultano gli orecchini, in apparenza differenti tra il destro e il sinistro e analoghi a quelli che la duchessa indossa nel ritratto della Galleria Nazionale di Parma e ipoteticamente ascritto al tedesco Johann Zoffany (inv. 1033). E appunto da quel dipinto, seppur più grande, deriva parzialmente e con variazioni la tela del Museo Lombardi, da cui riprende la stessa torsione a sinistra del volto della sovrana, l’acconciatura, l’espressione, i monili. Ascrivibile tuttavia ad altra mano, presumibilmente di area parmense (si potrebbe forse ipotizzare Domenico Muzzi), l’olio denota una indubbia perizia di resa analitica, percepibile soprattutto nella definizione della capigliatura. Una replica in tutto simile al ritratto del Lombardi, ad eccezione del busto, di cui si vede uno scorcio più ampio con quattro grandi bottoni sul soprabito, fa parte delle collezioni di Palazzo Pitti (O.d.A. 1911 n. 590).
Il ritratto è stato realizzato ad olio su carta e poi incollato su tela di recupero; il restauro ha permesso di individuare sulla carta, sotto la stesura della pellicola pittorica, tracce di presenza di altro dipinto (forse un ritratto come indicano motivi tessili?).

Acquisizione

Donazione famiglia Arisi Rota (ottobre 2021)

Provenienza

Famiglia Arisi Rota; la scritta presente nel telaio ne indica la collocazione originaria a “Palazzo Caselle Podenzano”.

Collocazione

Sala Petitot

Note Bibliografiche

F. SANDRINI (a cura di), “Maria Luigia d’Asburgo e il Casino dei Boschi di Sala”, Parma, MUP 2023, ill. p. 13.

Esposizione

Parma, Museo Glauco Lombardi, “Maria Luigia d’Asburgo e il Casino dei Boschi di Sala”, 9 dicembre 2023-24 marzo 2024