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Autore: Antonio Canova (Possagno, Treviso, 1757 - Venezia, 1822)

Busto di Napoleone

Datazione

I metà XIX secolo (post 1810)

Tipo

Sculture

Inventario

2531

Materiale

gesso

Misure

Diametro basamento: cm 30
Altezza: cm 92

Stato Conservazione

Buono. L’intervento di restauro del maggio 2008 (Opus Restauri) ha rimosso con una soluzione di acqua e acetone i tre strati di colore a tempera che ricoprivano la superficie del gesso; particolarmente spesso e tenace risultava l’ultimo strato, più consistente degli altri bianchi sovrastanti. La superficie ha conservato solo una minima parte della patina originale, dilavata e corrosa (specialmente su collo e guancia destra) come se il busto fosse stato esposto temporaneamente agli agenti atmosferici. Questa ipotesi potrebbe spiegare quali atti vandalici anche le pennellate di colore ocra ritrovate durante la pulitura su volto, capelli e basamento, le quali sono state rimosse con acetone e bisturi. La pulitura ha parimenti portato alla luce sul basamento una scritta, “AVGUSTO”, leggermente incisa e dipinta di nero. Durante l’intervento si sono anche evidenziate alcune lacune su basamento e volto, integrate con polyfilla e patinate all’acquerello, oltre a due affossamenti sulla fronte e sulla parte destra del busto, probabilmente causati da una forte collisione, che si è deciso di non colmare. Al termine del restauro si è infine passato un panno di lana sull’intera superficie al fine di riacquistare un aspetto liscio e lucido senza l’utilizzo di sostanze trattanti.

Osservazioni

L’opera è pervenuta al Museo insieme all’erma colossale di Maria Luigia (inv. n. 2532) derivata dal marmo oggi in Biblioteca Palatina.
Il busto è ripreso da un identico esemplare in marmo di Antonio Canova (Chatsworth, Devonshire Collection), a sua volta in evidente relazione con la colossale statua di Napoleone come Marte pacificatore conservata al Wellington Museum (Apsley House) di Londra. Quest’ultima, commissionata allo scultore nel 1802 ma completata nel 1806, raggiunse Parigi nel 1811, quando Napoleone la considerò ormai inadeguata a rappresentare la propria regale dignità; fu pertanto acquisita dal governo britannico per farne dono al duca di Wellington, che aveva sconfitto Napoleone a Waterloo. Ne esiste una coeva versione in bronzo, sita nel cortile dell’Accademia di Brera a Milano, commissionata da Eugenio di Beauharnais al Righetti, del quale è nota anche una copia ridotta oggi al Louvre, mentre al Museo Canova di Possagno si conserva il gesso preparatorio originale. Contemporaneamente al lavoro sulla grande statua, Canova dal 1803 produsse una serie di teste dell’imperatore, che replicò sino al 1822, quando morì. La prima, ritenuta originale, è il gesso n. 145 della Gipsoteca di Possagno, mentre l’ultimo esemplare, da cui deriva l’esemplare del Museo Lombardi, fu ceduto al duca di Devonshire dalla marchesa di Aubercorn, che a sua volta lo aveva acquisito dall’abate Sartori, fratellastro della scultore. Ai busti di Napoleone direttamente provenienti dallo studio di Canova, si aggiunsero quelli fatti realizzare a Carrara da Elisa Baciocchi Bonaparte nell’ambito della produzione commemorativa dell’illustre fratello.
Nel maggio 1814 il busto di Canova è documentato nell’Accademia di Belle Arti; nonostante l’epurazione dei simboli francesi imposta dalle truppe alleate, non fu distrutto perchè trasformato nella “testa d’Augusto Napoleonizzato” e pertanto fu situato tra i modelli dell’arte, come autorizzato dal governo provvisorio il 21 maggio 1814 (cfr. Museo Lombardi, arch. Belle Arti, cont. 64, carp. 27/10, fasc. 2). La scritta Augusto oggi visibile si spiega dunque alla luce di questa vicenda. Restano ignoti tempi e modalità con cui entrò a far parte delle collezioni di Paolo Toschi.

Acquisizione

Eredi Toschi (famiglie Agnetti e Artifoni)

Provenienza

Accademia di Belle Arti di Parma; collezione Paolo Toschi

Collocazione

Atrio piano terra

Note Bibliografiche

G. PAVANELLO, “L’opera completa del Canova”, Rizzoli, Milano 1976, p. 109.
AA.VV., “Antonio Canova” (catalogo della mostra), Marsilio Editori, Venezia 1992, pp. 306-307.
F. SANDRINI (a cura di), “Maria Luigia e le violette di Parma”, Parma, MUP 2008, ill. p. 13.
AA.VV., “Staging power. Napoleon-Charles John-Alexander” (catalogo della mostra), Stoccolma, Nationalmuseum 2010, pp. 181-182.
B. SAVOY (a cura di), “Napoleon und Europa. Traum und trauma” (catalogo della mostra), Berlino, Prestel 2010, p. 282 [ill.].
Ted Gott (scheda di), in AA.VV., “Napoleon. Revolution to Empire” (catalogo della mostra), Melbourne, National Gallery of Victoria 2012, pp. 236-237 [ill.].
M. E. Ferrari, “Carnet de voyage Viola Parma”, Roma, Pandion Edizioni 2020, [p. 36, ill. p. 37] .
F. SANDRINI, “Quando Napoleone divenne Augusto… o viceversa”, in “Revue du Souvenir Napoléonien – Italia”, n. 3, dicembre 2020, pp. 15-19 [ill. p. 16 e p. 19].
F. ANEDDA, “I ritratti perduti. La damnatio memoriae dell’immagine di Napoleone a Parma”, in F. SANDRINI (a cura di), “Napoleone 1821. La morte di Bonaparte: scenari, reazioni, conseguenze nel ducato di Parma”, Parma, STEP 2021, pp. 92-109, p. 105 [ill. p. 104].

Esposizione

Bonn, Bundeskunsthalle, “Napoleon und Europa. Traum und Trauma”, 17 dicembre 2010-25 aprile 2011.
Melbourne, National Gallery of Victoria, “Napoleon. Revolution to Empire”, 2 giugno-7 ottobre 2012.