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Parma 1816. Dal ministro Magawly alla duchessa Maria Luigia – Quaderni del Museo n. 16

Il 20 aprile 1816 Maria Luigia d’Asburgo, figlia dell’imperatore d’Austria Francesco I, moglie senza marito del grande Bonaparte e madre senza figlio del piccolo re di Roma, opportunamente trattenuto a Vienna, metteva finalmente piede nel suo ducato, terre sospirate e contese da più pretendenti e a lei abilmente assegnate dai complessi giochi diplomatici del Congresso di Vienna.

Uno Stato piccolo, oppresso dalla miseria e dalla povertà, fortemente provato da un biennio di gravi difficoltà economiche, finanziarie e militari, si preparava ad accogliere l’ex imperatrice, ponendo in campo tutti gli sforzi e tutte le residue risorse per celebrare degnamente e in forma solenne l’ingresso della sovrana. Le aspettative erano tante e forti e unanimemente condivise: la regnante avrebbe dovuto garantire la rinascita del ducato, alleviando, quale madre pietosa, le miserie dei suoi figli.

Il viaggio di avvicinamento da Vienna a Parma, cadenzato da lunghe soste e funestato dalla morte a Verona dell’imperatrice d’Austria, era durato circa un mese e mezzo e per la giovane donna, reduce dal glorioso passato francese, aveva rappresentato la scoperta della meravigliosa Italia, che a tal punto la incantò da sopire ogni fretta di insediamento in una terra in cui lei stessa sapeva di doversi adattare, “rendendosela quanto più piacevole possibile”.

La presa di possesso era stata preparata da un biennio di immenso sforzo politico e amministrativo, gestito e coordinato dal conte irlandese Filippo Magawly Cerati, che, chiamato nel luglio1814 alla carica di ministro di Stato dall’imperatore austriaco, aveva fatto il possibile, obbedendo alle severe direttive viennesi, per rimettere in ordine le dissestate finanze ducali. Personaggio capace e abile, Magawly, pur nella sua giovane età, aveva posto le basi per un buon avvio del trentennio luigino, sopravvivendo a un periodo in cui la corsa alle cariche, tra epurazioni e terrori per nulla celati di presenze francesi a corte e nei vari impieghi, aveva generato lotte feroci su tutti i fronti.

La fortuna del ministro ebbe vita breve e già alla fine del 1816 il nuovo uomo del ducato, Adam Neipperg, cavaliere d’onore della sovrana nonché suo amante, aveva creato le condizioni per la totale estromissione del conte.

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