Ritratto del duca don Ferdinando di Borbone
- Tipo
Dipinti e acquerelli
- Inventario
2902
- Tecnica
olio su tela
- Descrizione
L’olio raffigura il duca Borbone (1751-1802), asceso al trono a soli quattrodici anni nel 1765, a tre quarti di figura, in posa quasi frontale; sotto la marsina marrone si intravede la fascia azzurra marezzata, mentre appena visibile risulta il nastro rosso dell’Ordine del Toson d’Oro. Sul petto la croce appuntata potrebbe essere quella dell’Ordine del Santo Spirito, di solito associato alla caratteristica fascia azzurra francese.
- Misure
S.C.: cm 47,5 x 36,7
C.C.: cm 61,5 x 51,4 x 3- Stato Conservazione
Il dipinto e la relativa cornice sono stati restaurati contestualmente alla donazione (2021): nell’olio, dopo la pulitura della superficie e del film pittorico, si è proceduto a rimuovere vernici sovrammesse e a stuccare le piccole lacune presenti, intervenendo poi con l’integrazione pittorica e la verniciatura finale.
La cornice, fortemente deformata, è stata riportata a una discreta planarità; sono state consolidate le lacune con stuccature e si è proceduto alla ricostruzione di ampie porzioni mancanti, con applicazioni successive di foglia d’oro e reintegrazioni pittoriche. E’ stato effettutao il trattamento antitarlo.- Osservazioni
Il dipinto è in coppia con il ritratto di Maria Amalia d’Asburgo (inv. 2903), pervenuto con la stessa donazione.
In cornice lignea coeva in stucco dorato con decori in pastiglia, gemella di quella del ritratto inv. 2903.
La tela è in evidente relazione (e derivazione?) da un ritratto di collezione privata parmense, già esposto nel 2002 presso il Museo Lombardi in occasione della mostra “Il bigotto illuminato” e a sua volta in rapporto con altro ritratto in collezione privata di Reggio Emilia. Pur con alcune varianti (la fascia azzurra è nel nostro dipinto sotto la marsina e non sopra, il nastro rosso è ridotto a un dettaglio sul petto e non passa al collo), il viso di Ferdinando replica fedelmente quello del ritratto parmense; non pare azzardato proporlo dubitativamente, al pari di quello, alla mano di Domenico Muzzi (Parma 1742-1821).- Acquisizione
Donazione famiglia Arisi Rota (ottobre 2021)
- Provenienza
Famiglia Arisi Rota; la scritta presente nel telaio ne indica la collocazione originaria a “Palazzo Caselle Podenzano”.
- Collocazione
Sala Petitot
- Note Bibliografiche
G. BERTINI, F. SANDRINI (a cura di), “Il bigotto illuminato” (catalogo della mostra), Quaderni del Museo n. 5, Parma, Museo Glauco Lombardi 2002, pp. 30-31.