Autore: Benigno Bossi (Arcisate, Varese, 1727 - Parma, 1792)

Bozzetto per la sistemazione del corpo della beata Orsolina de’ Veneri in San Quintino a Parma

Datazione

1786 ca.

Tipo

Dipinti e Acquerelli

Inventario

320

Vecchio Inventario

253 bis

Tecnica

olio su tavola

Misure

S.C.: cm 16,2 x 25,8
C.C.: cm 17,8 x 26,9 x 0,7

Stato Conservazione

Buono.

Osservazioni

In cornice di legno.
Orsolina nacque a Parma nel 1375 dal nobile Pietro Veneri (talora de’ Veneri o Venieri) e da Bertolina, sua seconda moglie. Miracolata da bambina, colpita da visioni ed estasi, a diciotto anni cercò di mediare tra il papa Bonifacio IX e l’antipapa Clemente VII, venendo da quest’ultimo imprigionata. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, dovette abbandonare la città natale a causa delle lotte di potere tra famiglie locali. Morì a Verona a trentatré anni; quando, un anno dopo, il suo corpo fu riesumato per il trasporto al monastero benedettino di San Quintino a Parma, fu trovato intatto e fu esposto al pubblico. Le badesse di casa Sanvitale ne promossero il culto e nel 1786 fu il duca don Ferdinando di Borbone a commissionare per una cappella a lei dedicata l’altare, il tabernacolo e l’ancona nella quale fu inserito un dipinto di Bossi che la ritrae davanti a Clemente VII; in esso la beata indossa vesti rosse e viola, simili a quelle utilizzate nel presente bozzetto. In Museo si conserva una seconda prova per la sistemazione del corpo (inv. n. 321), in cui Orsolina porta l’abito benedettino, col quale poi si scelse di mostrarla nella teca a lei dedicata, unitamente a un libro sacro e un rosario, simboli della sua fede.
Il soggetto è stata talora identificato come beata Stefana Quinzani (1457-1530), terziaria domenicana, e fondatrice del convento di san Paolo a Soncino, dal quale fu traslata a Colorno nel 1784 per volontà di don Ferdinando, che vi predispose una teca per l’esposizione del corpo, per poi tornare due secoli dopo a Soncino. Pur simili per posa, date e committente, l’abito domenicano che caratterizza la Quinzani, insieme ad altre lievi incongruenze, permette di riconoscere con certezza in questo bozzetto la beata Orsolina.

Collocazione

Sala Acquerelli; tavolo bacheca 3

Note Bibliografiche

M. PELLEGRI, “Colorno. Villa Ducale”, Parma, Cassa di Risparmio di Parma 1981, p. 139
M. PELLEGRI, “Il museo Glauco Lombardi”, Parma, Battei 1984, p. 62.
G. GODI, G. CARRARA, “Fondazione Museo Glauco Lombardi”, Parma, Step 1984 (1994), p. 165.
G. BERTINI, F. SANDRINI (a cura di), “Il bigotto illuminato” (catalogo della mostra), Quaderni del Museo n. 5, Parma, Museo Glauco Lombardi 2002, pp. 58-59.
“Museo Glauco Lombardi”, Milano, TCI 2003, p.114.
G. CIRILLO, “Nuovi apporti al catalogo e alla storia della pittura parmense del Settecento”, in “Parma per l’arte”, n.s., anno X, fasc. 1-2, 2004, p. 93.