Autore: Manifattura ignota

Cassetta portatile per la pesca appartenuta a Maria Luigia

Datazione

prima metà del XIX secolo

Tipo

Oggettistica varia

Inventario

1916

Vecchio Inventario

182

Materiale

acero, metallo, seta, corda, pelle, cartone, bambù e filo da pesca, sughero, avorio, ciniglia, piume

Descrizione

La cassetta rettangolare è in legno di acero esternamente laccato di bianco, con bocchetta per serratura in metallo dorato e chiave realmente funzionante; sul coperchio è una “L” entro ovale, in metallo dorato come il bordo a rilievo e le applicazioni decorative angolari. All’interno si trova un cuscinetto in seta verde imbottita. Per gli oggetti custoditi nei quattro scomparti in cui è suddiviso il primo ripiano, nei cinque del secondo e per quelli sparsi nella bacheca, vedere “Osservazioni”.

Misure

cm 47,6 x 29,1 x 13 ca.

Stato Conservazione

Abbastanza buono; il bordo applicato tende a staccarsi; il coperchio appare un poco imbarcato; i listelli lignei che separano gli scomparti presentano crepe e tendenza al distacco.

Osservazioni

La cassetta contiene: (primo ripiano) 30 ami con mosche artificiali colorate in ciniglia, piume e perline; 2 navette in avorio per riparare le reti, una con filo avvolto; una retina portapesci in seta; 7 bustine di carta contenenti numerosi ami applicati a segmenti di filo da pesca; 3 segmenti di filo da pesca avvolti a cerchio con ami di dimensioni maggiori; (secondo ripiano) una scatolina in latta ed un bastoncino cavo ad una estremità;
(sparsi nella bacheca) una canna da pesca componibile in bambù con pomolo in radica e inserti in ottone; 2 piombini piramidali dipinti di bianco; 2 ferretti ricurvi con triplice occhiello; una rete da pesca in filato grezzo; 4 fili da pesca con ami e galleggianti in sughero avvolti su supporto in legno con relativa custodia cilindrica in cartone rivestito in marocchino verde.
La realizzazione di queste mosche sembra corrispondere ad un’unica tipologia costruttiva variante solo nei colori del corpo, delle penne e della misura dell’amo.
Realizzati su ami dal n. 8 al n. 12, si sono conservati bene i corpi in ciniglia, mentre dei piumaggi originali rimangono solamente residui di penne e barbule. Solo tre delle mosche artificiali lasciano presumere aspetti imitativi adducibili ad animali identificabili. Un indizio interessante a tale scopo sono gli occhi, formati da perline traforate di differente colore a seconda dei modelli e piuttosto enfatizzati. Tra gli insetti acquatici ci sono i maschi delle effimere ad avere occhi similmente importanti, grandi e colorati, anche se ciò che appare da queste imitazioni, immaginandole complete di ali, farebbe piuttosto pensare ai tricotteri.
Una cassetta da pesca di Maria Luigia fu acquistata da Lombardi nel 1915 presso gli antiquari parmigiani Brasi per lire 250.

Acquisizione

Acquistato da Lombardi nel 1934 presso il conte Giovanni Sanvitale (?)

Collocazione

Sala Maria Luigia; bacheca 2

Note Bibliografiche

A. MORDACCI, “Gli hobbies di Maria Luigia”, in AA.VV., “Maria Luigia. Donna e sovrana. Saggi” (catalogo della mostra), Parma, Ugo Guanda Editore 1992, p. 182.
“Museo Glauco Lombardi”, Milano, TCI 2003, p. 166.
R. MESSORI, “A pesca con Maria Luigia”, in “Fly line ecosisitemi fluviali”, marzo/aprile 2005, pp. 16-25.
F. SANDRINI, “Obblighi di Stato e scelte di sentimento: profilo biografico di Maria Luigia d’Asburgo”, in “Parma per l’Arte”, anno XXII, fascicolo 2016, Parma, Grafiche STEP 2016, ill. p. 57.