Lo svenimento di Ester
- Datazione
1714
- Tipo
Dipinti e acquerelli
- Inventario
2
- Vecchio Inventario
106 bis
- Tecnica
olio su tela
- Descrizione
La parte inferiore dell’opera è costituita da un cartiglio recante la seguente iscrizione, che consente l’individuazione di autrice, dedicatario e data: “HANC TABULAM AB ELISABETHA FARNESIA PHILIPPO V./ HISPANIARUM REGI NUPTA MARCHIO ANNIBAL SCOTTI SUPREMUS/ ITINERIS AD REGALES THALAMOS PREFECTUS IN DIGRESSU IN/ ITALIAM ACCEPIT: DONUM UIDELICET ET ORNAMENTUM SCOTTORUM/ FAMIGLIAE (sic) EO ETIAM NOMINE AUGUSTIUS QUOD/ REGALIS NUPTAE MANU FORMATUM/ ANNO 1714”
- Misure
S.C.: cm 76×66
C.C.: cm 98,2x88x6,3- Stato Conservazione
Buono; l’opera, il cui supporto è costituito da due tele giuntate, è stata restaurata (maggio-giugno 2003).
- Osservazioni
In cornice in legno dorato con bolo rosso.
L’opera, come risulta dall’iscrizione latina sulla stessa, fu donata da Elisabetta Farnese al marchese A. M. Scotti, prefetto delle cerimonie, in occasione delle proprie nozze con Filippo V nel 1714. La dedica, che si trova dipinta su una tela cucita alla principale in un secondo momento, fu con ogni probabilità voluta dalla famiglia Scotti a ricordo del prezioso omaggio.
Si tratta di una delle poche opere pittoriche note di Elisabetta, che fu probabilmente assistita dal suo maestro Pier Antonio Avanzini. Come negli altri casi conosciuti, Elisabetta si ispirò a tele di grandi maestri da lei conosciuti direttamente o indirettamente attraverso incisioni.
Come segnala Sandrini, questa scena deriva da un dipinto di Antoine Coypel oggi conservato al Louvre e realizzato pochi anni prima; la Farnese lo conobbe in riproduzione calcografica, dal momento che lo realizzò in controparte. La scelta del soggetto, oltre a rivelare la grande attenzione della futura regina di Spagna verso i lavori contemporanei, dimostra quanto Elisabetta fosse consapevole e compiaciuta del ruolo che stava per rivestire, decidendo dunque di richiamarsi a un’eroina biblica premiata per il suo coraggio e la sua intraprendenza con il titolo di regina.- Collocazione
Scalone
- Note Bibliografiche
M. PELLEGRI, “Il museo Glauco Lombardi”, Parma, Battei 1984, p.35.
F. CIOCCOLO, “Artiste a Parma e a Milano. La creatività femminile fra obbligo pedagogico e veto istituzionale”, in “Memorie della Classe di Scienze Morali” n. 24.3, Torino 2000, pp. 325-363, pp. 338-339.
“Museo Glauco Lombardi”, Milano, TCI 2003, p.37.
F. SANDRINI, “Patti nuziali e doti artistiche: il corpus pittorico di Elisabetta Farnese alla vigilia delle nozze”, in “Parma per l’arte”, Nuova Serie, a. XX, fasc. 2014, pp. 48-50 (ill.).
A. CÒCCIOLI MASTROVITI, A. GIGLI, A. IOMMELLI, V. POLI (a cura di), “I Fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una regina” (catalogo della mostra), Milano, Electa 2023, pp. 144-147, ill. (scheda di F. SANDRINI).- Esposizione
Colorno, Palazzo Ducale, “La Reggia di Colorno nel ‘700. Una città costruisce una mostra”, 1 settembre-5 novembre 1979
Piacenza, Palazzo Farnese, “I Fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una regina”, 2 dicembre 2023-7 aprile 2024